La BLEFAROPLASTICA ESTETICA, è una procedura chirurgica che interviene per modificare l’aspetto estetico delle palpebre superiori e/o inferiori.

L’intervento corregge sia eccessi cutanei come nella BLEFAROCALASI ( caduta della palpebra superiore e/o inferiore ) sia ERNIE ADIPOSE. Mentre per la palpebra superiore è conveniente intervenire abbastanza precocemente, quella inferiore richiede molta prudenza poichè la possibilità di complicanze è maggiore.

 

TECNICA CHIRURGICA

Nella BLEFAROPLASTICA SUPERIORE, la tecnica utilizzata è piuttosto standardizzata. Si tratta di asportare l’eccesso cutaneo disegnando la losanga da asportare ( a paziente in posizione eretta ) in modo che il paziente possa chiudere correttamente gli occhi senza “forzature” e senza che la cute del sopra ciglio venga abbassata.

La precisione di questa manovra è fondamentale per il risultato.

INTERVENTO

Previa visita pre operatoria, con diagnosi dei difetti e conseguenti scelte terapeutiche, rilevazione delle condizioni generali ed eventuali farmaci ( anti coagulanti etc. ) ed esami pre operatori ( check up generale ).

L’operazione avviene in ANESTESIA LOCALE, generalmente con SEDAZIONE e consiste nell’asportazione della losanga di cute disegnata. In alcuni casi, se necessario, si procede ad assottigliare il muscolo orbicolare superiore nella regione sottostante l’asportazione cutanea. Nel caso sia presente una ERNIA ADIPOSA ( generalmente all’angolo palpebrale mediale ) questa si elimina praticando una piccola incisione al corrispondente apice, che metterà in evidenza il tessuto adiposo che verrà asportato senza trazioni. Si prosegue co un’accurata emostasi, specialmente , nel caso della ERNIA ADIPOSA, che è in rapporto con il tessuto adiposo endo orbitario.

I due bordi cutanei prodotti dalla escissione cutanea, vengono avvicinati e suturati direttamente senza scollamenti della cute residua.

La sutura può essere intradermica con nylon o materiali simili, oppure con una sutura esterna con seta, quest’ultima da me preferita.

L’intervento può avvenire in regime ambulatoriale o di Day Hospital, ma nei casi in cui il paziente richieda una rapida risoluzione, si consiglia il ricovero di una notte.

L’intervento NON E’ e NON DEVE essere doloroso, sia durante l’intervento che nel post operatorio.

La durata dell’intervento è variabile ed è funzione della situazione di partenza, ma mediamente richiede dai 40 min. a oltre 1 ora.

POST OPERATORIO

I tempi di recupero sono variabili, dipendono dal tipo di cute, dalla fragilità capillare ( predisposizione a lividi ) ma in gran parte dal comportamento del paziente nel post operatorio. Si consiglia in proposito: dormire in posizione semi seduta, ovvero schiena sollevata, testa leggermente reclinata all’indietro, gambe sollevate e piegate, utilizzando un letto apposito o con un sostegno sotto le cosce ( posizione relax non sdraiato) .

Applicare impacchi freddi sulle palpebre per almeno 48 ore; dopo il terzo giorno, impacchi tiepidi di camomilla e malva.

Tutto ciò riduce gli edemi, l’eventuale sanguinamento  e facilita il mantenimento della posizione durante il sonno.

I punti di sutura vengono rimossi in quarta/quinta giornata e la coda esterna della cicatrice viene mantenuta sotto cerotto per diversi giorni.

Da un punto di vista generale, si esegue terapia antibiotica profilattica e terapia anti traumatica con arnica.

Nel periodo post operatorio si consiglia l’uso di filtri solari con protezione massima ed eventualmente, se nel periodo estivo, l’utilizzo di visiere ed occhiali.

COMPLICANZE

Sono poco frequenti, fra queste si possono manifestare:

– mancata correzione dell’eccesso cutaneo, oltre l’angolo esterno, con permanenza di una tendina cutanea che, anche se minima, porta ad un occhio rimpicciolito ed uno sguardo triste.

– difficoltà di perfetta chiusura palpebrale dovuta a un eccesso di rimozione cutanea o meiopragia o debolezza del muscolo orbicolare, possibile nelle prime 24 / 48 ore dopo l’intervento; ciò comporta, se non trattato adeguatamente,  una secchezza bulbare con possibilità di cheratosi  fino ad arrivare, in casi estremi, ad ulcere corneali. Questo evento è più facile che si manifesti in pazienti che abbiano subito in precedenza trattamenti laser a diodi per la terapia della miopia;  Bisogna sempre ricordare questa ricerca anamnestica preoperatoriamente per mettere in atto le procedure necessarie di protezione della cornea.

Tra le complicanze rare possiamo annoverare il sanguinamento endo-orbitario che deve essere trattato rapidamente  per evitare possibili danni al nervo ottico. Questo problema si manifesta solo in caso di trattamento delle ernie adipose e si diagnostica per la comparsa di forti dolori endo-orbitari retro bulbari ed eventuale esoftalmo ( bulbo oculare che sporge in avanti ) . la comparsa di questa  complicanza viene ridotta da una accuratissima emostasi intra-operatoria ed un corretto comportamento del paziente nel post operatorio.

 

BLEFAROPLASTICA INFERIORE

TECNICA CHIRURGICA

Esiste una tecnica standard per la realizzazione dell’intervento che, pur essendo molto diffusa ed altrettanto utilizzata, presenta inconvenienti talvolta sottovalutati. Consiste nel praticare una incisione cutanea lungo il bordo della palpebra inferiore, al disotto della linea cigliare;  si procede a scollare la cute dal muscolo orbicolare per circa 2-3mm passando poi al piano sotto orbicolare e scollando l’ungo tutta la palpebra inferiore. Se esistono ernie adipose vengono da qui messe in evidenza e asportate.A questo punto la palpebra viene riposizionata verso il bordo cigliare per resecare l’eccesso cutaneo; è necessario prima di effettuare la resezione, far eseguire al paziente la seguente manovra: volgere lo sguardo verso l’alto e spalancare la bocca:  la palpebra scenderà leggermente posizionandosi in modo corretto e solo quello che rimane in eccesso dopo la manovra, può essere resecato senza incappare in un classico risultato negativo ovvero evidenziazione della sclera ( parte bianca del bulbo ) o addirittura ectropion, cioè l’abbassamento eccessivo del bordo palpebrale talora con estro-flessione dello stesso.

In realtà molte volte si asportano le ernie adipose ma risulta inesistente la striscia cutanea da resecare.

Una tecnica più aggressiva comporta la liberazione ed il sollevamento con agganciamento laterale ed in alto del così detto CANTO ESTERNO della RIMA PALPEBRALE, che comporta una modifica della forma dell’occhio e dello sguardo.

Una conseguenza poco rilevata dal paziente e spesso dal chirurgo,  forse perchè diventa evidente nel medio e lungo termine, è l’invecchiamento della cute palpebrale dovuto ad una riduzione del nutrimento palpebrale poichè essa poggia su un piano cicatriziale, con riduzione dell’irrorazione.

Per ovviare a questi possibili inconvenienti e volendo correggere le ernie adipose specialmente in persone giovani, esistono altre 2 possibilità di intervento:

– erniectomie trans-congiuntivali, meglio se eseguite con il laser, che possono originare problematiche cicatriziali di non facile soluzione. Consiste nel praticare le incisioni all’interno della palpebra nella congiuntiva.

– ernictomie trans-cutanee ( tecnica di Fernando Ortiz Monasterio ) consiste nell’eseguire incisioni cutanee esattamente nel punto di maggior proiezione dell’ernia adiposa. Con una piccolissima apertura delle fibre del muscolo orbicolare si ottiene la evidenziazione del tessuto adiposo che viene resecato con accuratissima emostasi. Uno o due punti di sutura della breccia cutanea pongono fine all’intervento ed è noto che se l’incisione cutanea è eseguita secondo le linee di tensione della palpebra risulta in poco tempo quasi sempre invisibile. Rischi e conseguenze sono molto ridotte rispetto alle altre metodiche e non viene assolutamente modificato la forma dell’occhio e lo sguardo preservando la naturalezza del risultato.

Questa è la MIA scelta nella gran parte dei casi .

Il pre operatorio ed il post operatorio sono analoghi  a quelli visti nella  blefaroplastica superiore.